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Via F. Cavallotti, 368, Chioggia, VE
Valutazione:
Consigliatissimo!!
Prezzo a persona:
27.50 €
Servizio utilizzato:
ristorante
Commenti:
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carolingio

ha visitato il locale il 14/06/2012 carolingio avatar
327 Recensioni scritte dal 21/12/2009 7640 Punti


Coincidenza, cominciamo con la gallinella d’acqua e finiamo con la gallinella di mare.

Break infrasettimanale, tra un esame e l’altro, nel delta del Po, su un inconsueto e bellissimo sentiero del parco, tra Canneviè e Porticciolo, vicino a Volano; zona incontaminata tra palude, ponticelli in legno, stagni e canneti, dove, oltre alla gallinella d’acqua con la caratteristica crestina rossa, abbiamo potuto osservare anche un gruppo di fenicotteri bianchi, che lentamente ed elegantemente si allontanavano da noi due, intrusi... folaghe nere col naso bianco che starnazzavano saltando sull’acqua, un bellissimo ermellino castano, con la pancia e la gola bianca, che ci ha attraversato il sentiero (è la prima volta che vedo un ermellino “nature” dritto in piedi che mi guarda), carbonassi neri in agguato, ed altre bestie che, nel silenzio più totale e sotto il tiepido sole del mattino, lanciavano versi come se fossimo nella giungla.

Palasso l’è un osteria proletaria, di quelle a cui spesso amo puntare, dove se magna ben e se spende poco, come da tradizione inculcatami dalla mia famiglia.
Entrando, prima c’è il banco bar, dove stazionano un alcolista anziano con giubbotto di pelle nera, capello bianco lungo, barba incolta, naso viola e ombretta fissa in mano... e poi, in fondo, una piccola saletta da pranzo con appena una ventina di coperti, tutti occupati da ciosòti, etnìa locale, nata e cresciuta nel Comune di Chioggia. Il mio pc cerebrale registra e archivia una vecchina secca e ricurva, con tanto di bastone, che esce pian piano dopo aver mangiato, poco dopo che siamo entrati noi, tenuta su da un presunto figlio di una cinquantina d’anni, anche lui secco, abbronzatissimo e corroso dal sole, in braghe corte e giubbetto fosforescente arancio da stradino.

Arredo ed impostazione da anni 50, tutto vecchio e un po’ trasandato, compreso il bagno, con un pannello esterno sulla calle, mezzo consunto, di un improbabile colore azzurro, come il cielo di questa giornata, con scritto l’elenco dei cichèti.

Siamo in pieno centro storico di Chioggia, vicino al Municipio. Di fronte a questa osteria, che si fregia del titolo di “Ristorante Palazzo snack”, ci sono gli annunci funebri e tutti hanno il loro soprannome. Il gestore dell’osteria, ancora ben vivo peraltro, ho sentito che viene chiamato S-ciànta... “na s-ciànta” significa “un pochino” in dialetto.
Personaggio burbero, di poche parole, di quelli che non si atteggiano, perché devono discutere con “giubbotto” e con un altro avventore appena entrato, della partita del pomeriggio con la Croazia.
Comunque ci porta subito un sacchetto con dentro dei bossolài ciosòti, specie di larghi taralli, fatti con farina di grano tenero, olio d’oliva e strutto, specialità povera dei panifici locali.

Mia moglie non mi lascia neanche il tempo di ragionare e, con mezza minerale gasata, ordina subito mezzo litro di prosecchino sfuso. Quando chiedo al gestore da dove viene il prosecchino, quello mi risponde “Valdobbiadene”
e, alla mia insistenza: “sì ma la cantina, come se ciamèa?”
”Balàn” mi dice, guardandomi fisso, un po’ torvo, come chi sta pensando “ma cossa ghe ‘nteressa a sto qua?”... e, contemporaneamente, “Balàn no xe de Valdobiadene...”
Il vino comunque è buonino, non memorabile, fresco, extra dry leggermente amabile, ha le bollicine, e per un avventore medio del locale – ma anche per me - sarebbe più che sufficiente, in assenza di altre informazioni, per classificarlo prosecco di Valdobbiadene (anche perché, diciamo la verità, con le bollicine è più difficile che con altri tipi di vino fare tanti distinguo).

Ci facciamo portare due antipasti, uno freddo e uno “bollito”, come dicono loro. Il primo con gamberetti vari, due polipetti, un gamberone, un pugnetto di bacalà mantecato (particolarmente squisito), alicette marinate in casa (favolose), una sarda in saòr, insalatina a mò di guarnizione. Tutto buonissimo, sapore di mare...
Il secondo piatto conteneva due capesante, una decina di canestrelli bianchi (assomigliano alle capesante, ma sono parecchio più piccole), una decina di capelunghe. Pesce ottimo, freschissimo (per nulla “bollito”... emoticon ).

Saltiamo i primi e passiamo direttamente ai secondi, che ugualmente ci dividiamo: un piatto con una decina di moèche fritte all’istante (la cucina, micro, è attigua alla saletta da pranzo, si sentiva l’olio che friggeva... frrrrrrrr... ssssccccc...) e una grigliata mista, con quattro seppioline nere, una gallinella di mare, due soglioline di quelle che al mercato costano di meno (che loro usano anche fare fritte, lo abbiamo visto in un piatto servito ad altri) e due gamberoni.
Eccellenti le moèche, la cui stagione volge al termine. Cotto bene e molto buono anche il resto, anche se la cottura è avvenuta chiaramente su piastra elettrica, non tanto pulita... perché c’erano parecchie chiazzette di nero bruciato sulla pelle dei pesci e sul piatto (ma le abbiamo spostate).

Al conto (55 euro in due, adeguato comunque al tipo di locale) ci ho fatto poco caso, perché abbiamo completato la giornata, dopo aver passeggiato per il centro di Chioggia e aver rivisto l’abbazia di Pomposa, con una spesona al Tosano di Legnago (superdiscount e super qualità – penso che seguirà recensione) e il pieno al suo distributore di benzina, che ci hanno fatto risparmiare più o meno tutti i soldi che abbiamo speso.
Bella giornatina gratis, insomma.

Se andate a Chioggia, e non avete troppe sfrinfole per la testa, è utile sapere che esiste Palasso con S-ciànta, posto da ombre, cichèti, pesse fresco e pori cani, dove se magna ben e se spende poco.


Consigliatissimo!!

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[Zemian]
15/06/2012
Visto il sole estivo un locale con delle ombre non guasta affatto!emoticon
Bella (come sempre) la rappresentazione della varia umanità che si annida ancora in questi locali...umanità che si nasconde quasi per non farsi vedere...quasi avesse paura di mostrare la propria, accecante, Bellezza.
Come la patina di un mobile seicentesco questa Bellezza va ammirata, pur conscio delle sempre crescenti difficoltà nel trovarla.
Grazie 1000 x la info.
emoticon
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[carolingio]
15/06/2012
grazie a te Zemian (troppo buono) emoticon
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[palatodelicato]
16/06/2012
Grazie della recensione carolingio,questa informazione mi è utile,ciaoemoticon
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[carolingio]
16/06/2012
quando ti va a Ciòsa, recensisci palato! emoticon