Un altro contributo sui ristoranti della Valle di Fassa e di Fiemme: con questa ottava recensione ci portiamo ancora una volta in Valle di Fiemme, e precisamente a Molina.
Questo agritur, benchè in posizione interna, è molto facile da raggiungere, ben indicato da diversi e ben visibili cartelli direzionali.
All'altezza di Castello Molina di Fiemme, superata l'ovovia del Cermis, si svolta a sinistra in direzione "cascate", si sale e scende per brevissimo tragitto e, seguendo i chiarissimi cartelli, si giunge in breve a destinazione.
Immersa nel verde con annesso allevamento di bovini e altri animali, l'azienda agricola è gestita dalla famiglia Moser (il titolare, Giorgio, è personaggio caratteristico, ridanciano e serafico, di statura non elevata, corpulento, barbuto, calzoncini corti e sandali, la pronuncia è quella tipica della Val di Fiemme)
E' possibile parcheggiare nell'aia: lo spazio non è tantissimo.
Il ristorante ha un'unica sala: anche se non è di dimensioni tanto piccole, consiglio comunque la prenotazione.
Il pavimento è rustico, in mattonelline di cotto lustro montate a mosaico centrale, l'arredamento è in legno chiaro in stile locale, con mussa (stufa in maiolica).
Alle pareti qualche quadro e trofeo, e un curioso affresco moderno rappresentante un pescatore che sembra pescare una ... lontra, corredato dal seguente motto in lingua ladina che cito a memoria, spero fedelmente:
"Lodrie, lodrie de la Ves, sun vegnu' per il me pes"
Traduco simultaneamente (il ladino è oramai la mia seconda lingua... ) e liberamente:
"O Lontre, lontre del fiume Avisio, eccomi qui per il pesce che mi è dovuto..." : rappresentazione molto gustosa di una leggenda locale secondo cui il pescatore avrebbe liberato da una rete la regina delle lontre, ricevendone in cambio ogni giorno un ricco bottino di pesci.
L'apparecchiatura è strasemplice, con unico piccolo bicchiere poligonale Duralex per acqua e vino (ce ne portano gentilmente un secondo su richiesta)
Balza subito agli occhi, appena si apre il menù, che i secondi sono basati sulla produzione propria di carne bovina; infatti il gestore prima faceva il macellaio in Val di Fassa, e, grazie alla macellazione diretta, sono presenti in lista numerosi piatti di carne praticamente introvabili altrove (oltre alla più comune testina: polenta e rene, polenta e cuore, polenta e frattaglie miste, che personalmente adoro e ho occasione raramente di gustare, ecc: molto vario quanto alla scelta di carni particolari, un poco meno quanto al contorno abbinato)
Il pane, di un'unica qualità, bianco, essendo domenica, si sente un poco che è del giorno prima.
Ordiniamo:
ANTIPASTI
2 antipasti della casa (pancetta, speck, salame, bresaola): si sente subito che sono fatti davvero in casa, molto morbidi e giustamente grassi, con il sapore dovuto, quello che doveva veramente essere "una volta". Ottimi veramente, benchè qui speck e pancetta non siano affumicati (vedi annotazione a fine recensione)
Non resisto ed aggiungo alla porzione, certo non scarsa, una
mezza porzione (che risulterà veramente abbondantissima) di formaggio nostrano del caseificio di Cavalese cui lo stesso agritur conferisce il latte di stalla, come oramai purtroppo, anche se non da molto tempo, per motivi di mercato è prassi generalizzata per malghe e agritur, che non curano più direttamente la produzione casearia ma si appoggiano al caseificio di zona (come dicevo in altra recensione uno solo in Val di Fassa, a Campitello, e, apprendo ora, due in Val di Fiemme: Predazzo e Cavalese).
Questo formaggio merita un commento a se stante: è incredibilmente buono rispetto ad altri assaggiati anche in Valle di Fassa, stagionato alla perfezione, saporitissimo ma grasso e morbidissimo: uno dei migliori mai gustati. Debbo assolutamente passare da Cavalese per assaggiare gli altri: vista tuttavia la recente esperienza meno positiva al caseificio di Predazzo (formaggio "Puzzone stagionato" in realtà non stagionato), per la quale rimando alla recensione di carolingio, e considerando che "tutto il mondo è paese", sospetto che possa essere merito del gestore dell'agritur, che acquista ogni singola qualità di formaggio nel mese giusto, quello in cui giunge a perfetta stagionatura, e disponendo di locali adatti e competenze adeguate per conservarlo al meglio (e non avendo la fregola di venderlo al più presto come magari invece può essere per un caseificio...), riesce a servirlo al meglio in qualsiasi stagione. Bene, se siamo messi così, d'ora in poi dovremo mangiare il formaggio soltanto al ristorante o in qualche buon negozio specializzato che non lo produca direttamente...
PRIMI
1 trippa alla trentina, "minestra di trippa" con carne magra, di ottima consistenza, macellata bene.
1 minestra d'orzo alla trentina: mi dice mio figlio moltissimo, forse troppo, delicata, e un po' troppo cotto l'orzo
SECONDI
1 polenta e brasato di manzo, che mi dice buono
1 polenta e rene (rognone), ottimo
Purtroppo però la polenta sembra ad entrambi non fatta al paiuolo, contrariamente alle immagini "rétro" reperite su internet: benchè gli ingredienti siano buoni, presenta una sagoma liscia dai contorni piuttosto regolari e la consistenza non è proprio "quella"
1 funghi di bosco misti, molto buoni e dal sapore naturale
DESSERT
1 salame dolce non male, ma un po' croccante e pallido, perchè, spiegano senza convincermi, la cioccolata fondente sarebbe mescolata a molto burro: non ne comprendo il costrutto.
LIQUIDI
1/2 acqua minerale
1lt di vino sfuso della cantina di Isera; è la più costosa delle due scelte possibili (l'altro mi pare fosse di Lavis), abbastanza buono come sfuso. Avanzato 25 cc, lo specifico per i soliti detrattori ...
2 caffè: normali
Conto €60,30, forse appena un poco abbondante, comunque piuttosto adeguato alla qualità e quantita della carne, buona e particolare benchè semplice, da noi scelta.
Servizio gentile benchè molto "semplice": ancora una volta ci capita che ci appoggiano sul tavolo i due primi mentre siamo piuttosto lungi dall'aver terminato gli antipasti ...
Il gestore è molto cortese anche se un poco distaccato: passa ad ogni tavolo a sentire come va, soffermandosi, ed è naturale, più volentieri con i più assidui frequentatori del locale, e alla fine va a riposare salutando.
Come la volta precedente abbiamo chiesto al padre, questa volta chiedo di mostrare a mio figlio la stanza dove avviene la stagionatura dei salumi e della carne al figlio, giovanissimo, ma ben motivato, che si intrattiene volentieri e lungamente, e ci spiega tra l'altro che non dispongono dell'apparato per l'affumicatura del salume: oramai pochi utilizzano ancora il metodo tradizionale perchè basta aggiungere un preparato speciale per fare assumere (di conseguenza artificialmente) al salume il sapore tipico dell'affumicatura, ma loro si rifiutano e preferiscono servirli "nature": condivido pienamente.
Il giudizio complessivo è di tre cappelli.
Consigliato!
[joy]
25/08/2010